Last Updated on 10 Novembre 2016 by Eleonora Bolsi
Dell’indice di palatabilità o appetibilità dei cibi ne avevo già parlato in questo articolo, ma nel frattempo qualche studio sui prodotti industriali mi ha reso più consapevole dell’importanza di questo concetto, e soprattutto del fatto che le persone devono essere ben consapevoli di cosa sia.
Facciamo un gran parlare di come le linee guida alimentari, ora promuovendo un consumo troppo alto di carboidrati, ora demonizzando i grassi a torto, siano responsabili dell’obesità della gente. Ovviamente, questo NON è vero. Non esiste un nesso causale tra le raccomandazioni alimentari delle linee guida e il fatto che noi ingrassiamo, per una serie di motivi: le linee guida esistono da prima dell’ultimo ventennio, quando l’obesità è cresciuta in modo esponenziale; mangiare più carboidrati e meno cibi grassi come raccomandano le attuali linee guida non causa aumento di peso, dunque la piramide della dieta mediterranea con il suo 60% di carboidrati e la sua carne una tantum non spinge le persone a mangiare peggio; semmai, lo stile di vita occidentale ha peggiorato non solo la nostra dieta mediterranea, ma ha anche caratterizzato la nostra alimentazione, peggiorandola.
E cosa accomuna tutti gli occidentali? Un maggior consumo di cibi industriali.
E cosa provoca un maggior consumo di cibi industriali?
Un maggiore seppure inconsapevole consumo di calorie.
In questo, l’indice di palatabilità dei cibi conta moltissimo: è un indice che le aziende sfruttano per rendere i cibi più gradevoli al palato, spesso giocando su tre fronti principali. Un maggior contenuto di zucchero, un maggior contenuto di sale, un maggior contenuto di grassi. Lo snack perfetto è dolce, un pizzico salato (in questo modo il sapore dolce non diventa stucchevole) e ha una texture grassa che lo rende il perfetto “comfort food”.
Per capire come si collega l’indice di palatabilità con un consumo maggiore e inconsapevole di calorie extra, vi mostro uno studio che vi “aprirà gli occhi”. (SEGUE A PAGINA DUE)