Last Updated on 9 Novembre 2016 by Eleonora Bolsi
, a firma di Julia Belluz, giornalista scientifica, getta una luce inquietante sui libri di diete: utili o dannosi? Paradossalmente, spiega la Belluz, è meglio leggersi libri di diete scritti da blogger, studenti di medicina, attrici, cantanti, modelli, nchormen televisivi o personaggi della tv in generale, che non libri di diete scritti da medici. Il motivo?
Secondo la Belluz, i libri di diete scritti da medici sono molto più insidiosi di quelli scritti da una qualsiasi persona che non è un dottore, e per svariati motivi. Da un lato, infatti, il lettore cade nella fallacia logica di considerare veritiero tutto ciò che legge se l’ha scritto un medico: si chiama “appello all’autorità” ed è una fallacia di pertinenza. Mi spiego: il fatto che sia un medico a scrivere certe cose, non vuol dire prendere automaticamente tutto per oro colato. Altrimenti non si spiegherebbe come le tesi di molti dottori sulle diete e il concetto di corretta alimentazione entrino così palesemente in conflitto: ci sono medici che vi spiegheranno che i cereali sono il male sulla Terra, altri che vi diranno che è essenziale mangiare pochissime proteine se si vuole restare in salute, facendo una dieta ricca di cereali integrali. Le due cose, ahimè, si escludono. A chi dare retta?
Il libro scritto da chi non è medico è preso dal lettore con maggiore scetticismo: il lettore può trovare l’argomentazione convincente, ma si ricorderà sempre e comunque che quella persona che ha scritto il libro non è un medico, dunque inconsapevolmente adotterà un atteggiamento più critico e aperto.
Un altro motivo per cui i libri di diete scritti da medici sono peggiori di quelli scritti dal nostro vicino di casa che ha perso venti chili e vuol diffondere il suo vangelo alimentare è che, secondo la Belluz, anche i medici mentono. O meglio: semplificano, fino a creare nuovi luoghi comuni. Pur di arrivare a scrivere il libro che offra una soluzione per tutti, anche un medico può tirare le conclusioni sbagliate, rischiando di fare disinformazione, o costruire una tesi ad hoc (voglio dimostrarvi che l’insulina fa ingrassare: troverò tutti gli articoli che collegano insulina a sovrappeso) senza contraddittorio (sarebbe poi il lettore a dover controbilanciare la tesi letta sul libro, e trovarsi da solo gli altri studi che invece individuano altre cause nel sovrappeso: ma chi lo fa?).
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