Last Updated on 10 Novembre 2016 by Eleonora Bolsi
Una delle ragioni per cui le persone ingrassano è per un meccanismo di difesa del corpo. Noi pensiamo al nostro grasso come a qualcosa di inerte, che non serve a nulla, ma in realtà a livello adiposo accadono moltissime cose, il tessuto adiposo comunica con il resto del corpo, reagisce a sollecitazioni interne ed esterne, insomma è attivo come sarebbe attivo un nostro qualsiasi organo.
Voglio dire che se tendiamo ad accumulare grasso, una ragione c’è. Potrebbe essere che mangiamo troppo rispetto al nostro fabbisogno energetico.
Ma potrebbero anche entrare in gioco altri fattori che ci inducono a ingrassare.
Uno di questi fattori è di tipo immunitario. Cosa vuol dire?
Sappiamo che gli adipociti che noi abbiamo non cambiano in numero dall’infanzia, ma che se ingrassiamo accumulano trigliceridi e si gonfiano (= ipertrofia adipocitaria). Eppure esistono delle circostanze in cui il numero degli adipociti cambia, ovvero in cui gli adipociti si replicano: questi casi limite noti con il nome di iperplasia adipocitaria avvengono nel momento in cui gli adipociti non possono più accumulare trigliceridi e gonfiare di volume, per cui è necessario che aumentino di numero. Se ingrassiamo molto, se abbiamo comportamenti che il corpo giudica lesivi, per esempio una pesante terapia ormonale e farmacologica può modificare il nostro set point ponderale, ma anche una storia di dipendenze da alcol o droghe.
Da questo punto di vista, non è un caso che le persone affette da obesità abbiano meno cellule NKT: si tratta di linfociti T, cellule del sistema immunitario chiamate cellule killer perché attaccano tutte le altre cellule anomale (tra cui quelle cancerogene). Le persone obese ne hanno di meno,
e parallelamente producono anche meno citochine, quindi il loro sistema immunitario funziona in modo meno efficiente.
Probabilmente questo accade perché l’adipe è già un meccanismo di difesa del nostro corpo. Tant’è che spesso il grasso corporeo diventa la conseguenza di particolari sindromi o anche della sola insulino-resistenza.
Secondo gli esperti, stimolare la produzione di cellule NKT riduce infatti non solo il grasso corporeo, ma anche la glicemia. Questo perché attiverebbe la termogenesi e la trasformazione delle cellule adipose bianche in tessuto adiposo bruno, con conseguente aumento del dispendio energetico giornaliero e dimagrimento. Ma come produrre più cellule NKT?
Al momento sono tre le terapie su cui si concentrano gli studi: la prima, immunostimolante, a base di α-Galactosylceramide, che provocherebbe la proliferazione di citochine. La seconda con il liraglutide (in Italia per esempio il Saxenda), che indurebbe un senso di maggiore sazietà nei soggetti obesi, ma che in caso di deficienza di cellule NKT non indurrebbe la formazione di FGF21, ormone che regola la glicemia. Dunque la perdita di peso sarebbe minore (fonte). La terza sarebbe una terapia a base di FGF21 per chi soffre di diabete di tipo2, iperlipidemia, obesità grave.
Dunque se il vostro medico curante vi sta proponendo una terapia, provate a proporre queste alternative e discutetene con lui in particolare informandovi sull’esistenza di effetti collaterali.