Last Updated on 9 Gennaio 2023 by Eleonora Bolsi
Negli ultimi anni sono usciti molti studi che hanno individuato cause genetiche nella produzione di colesterolo LDL, una classe di lipoproteine a bassa densità di solito denominate “colesterolo cattivo”.
Per quanto riguarda le recenti ricerche sulla genetica del colesterolo, la scoperta di due geni può aiutare i soggetti più a rischio. Ma non solo.
Anche i trattamenti sono destinati a cambiare nei prossimi anni, con terapie alternative alla farmacologia classica, che colpiscono le cause genetiche.
La genetica del colesterolo alto
In particolare, sono due le scoperte importanti nell’individuazione della causa genetica del colesterolo alto. Il primo è l’ormai noto gene PCSK9, responsabile di controllare la produzione di LDL nel sangue.
Il secondo, la cui scoperta è avvenuta alla fine dell’anno 2022 grazie al supporto della popolazione polinesiana, è il gene BTNL9. Sue varianti sono causa del colesterolo alto, di cui una trovata nei pazienti polinesiani.
Lo studio di questo gene può essere utile a capirne il ruolo in tutta la popolazione mondiale.
Modificare il DNA con l’editing genetico.
Sulla base di queste scoperte, sarà possibile identificare nuovi trattamenti per chi soffre di colesterolo alto, andando a “editarne” il DNA, ovvero fornendo nuove istruzioni.
Già in nuova Zelanda un paziente è stato sottoposto per la prima volta a un trattamento innovativo su base genetica chiamato CRISPR.
Si tratta di un trattamento che andrebbe fatto solo una volta, un one and done, come si dice in inglese.
Andando a modificare una lettera del gene PCSK9, il trattamento, che per tutti i pazienti dovrebbe essere disponibile nel 2029, permetterà di mantenere il colesterolo alto a livelli normali per sempre in chi soffre di ipercolesterolemia per cause genetiche.
Editing genetico vs modificazione della linea germinale
Esistono ovviamente complicazioni di tipo etico. Un simile trattamento non va confuso con la modificazione della linea germinale genetica. I figli nati dai pazienti trattati non conserveranno in questo caso le stesse modificazioni, ma avranno il DNA originale.
Tuttavia è necessario che il paziente dia il pieno consenso al trattamento, simile a un intervento chirurgico, sebbene non così invasivo, ma altrettanto definitivo.
Messo a punto dalla Verve Therapeutic, il trattamento di editing genetico CRISPR ha avuto il suo primo volontario umano in Nuova Zelanda.
Sulla stessa procedura un nuovo trial su 4o pazienti ci fornirà le risposte sulla sua sicurezza entro il 2023/24, permettendo la diffusione della terapia. Gli scienziati a capo della ricerca di Verve sono ottimisti: sulle scimmie l’editing genetico ha ridotto i livelli di colesterolo del 70%.
I nuovi trattamenti farmacologici del colesterolo alto: Leqvio.
Se la Verve Therapeutic riuscirà nell’impresa, lo sapremo solo nei prossimi anni. Ma intanto sappiamo qualcosa in più anche dal punto di vista farmacologico.
I risultati del trial ORION-3 hanno per esempio evidenziato che l’inclisiran, un principio a base di un nuovo farmaco per l’ipercolesterolemia prodotto dalla Novartis, è sicuro anche nel lungo termine (4 anni). Il nome del farmaco è Leqvio ed è stato approvato dall’EMA già nel 2020.
Questo farmaco agisce andando a modificare l’RNA del PCSK9, dunque non modifica in nulla il DNA del paziente. Interferisce invece con l’attività dell’RNA messaggero del gene PCSK9: come risultato, i livelli di colesterolo si riducono drasticamente.