Last Updated on 22 Novembre 2014 by Eleonora Bolsi
Una nota comica americana ha ammesso di essere ricorsa alla chirurgia bariatrica per perdere peso. Non è la sola, ovviamente.
La strada del bisturi è quella ancora oggi più indicata contro l’obesità grave, quando il paziente deve perdere tantissimo peso in poco tempo, ed è comunque associata a una dieta prima e dopo l’intervento.
La chirurgia bariatrica è ovviamente la via più invasiva per combattere l’obesità, ma spesso si tratta di un intervento <strong>necessario per la vita del paziente</strong>. Ci sono sicuramente vantaggi e svantaggi, ma soprattutto è bene informarsi su che tipo di intervento vada bene per il nostro caso. Entrano in gioco lo stato di salute del paziente e la sua conformazione, l’obiettivo di perdita di peso (quanti chili ed entro quanto tempo?) e un quadro dei possibili effetti collaterali. Per questo è d’importanza vitale informarsi prima di prendere in considerazione la chirurgia bariatrica e il tipo di intervento. Ecco i principali tipi di intervento per combattere l’obesità con il bisturi. Innanzitutto, la chirurgia può essere di tre tipi: chirurgia restrittiva (il bendaggio gastrico in laparoscopica) e chirurgia malassorbitiva (il bypass gastrico o la tubulizzazione per limitare l’assorbimento alimentare) o con tecnica mista. Vediamo in breve le singole caratteristiche degli interventi per dare un quadro generale.
Il bendaggio gastrico o banding: è la procedura meno invasiva, consiste nell’introduzione di una tasca gastrica nello stomaco, che permette uno svuotamento lento dello stomaco e un minore assorbimento del cibo. All’intervento, piuttosto semplice, viene in genere associata una dieta solida che il paziente deve seguire.
Le complicazioni non sono tanto nell’intervento, ma nel post operatorio: vomito e altri effetti da malassorbimento sono frequenti nei pazienti con bendaggio gastrico. La tasca potrebbe inoltre deformarsi, dilatandosi.
Lo sleeve gastrectomy o gastrectomia verticale parziale: è un intervento più aggressivo in cui viene recisa una parte dello stomaco per permettere al paziente di saziarsi con meno cibo. Nel lungo termine questo permette il dimagrimento del paziente, che poco alla volta mangia di meno. E’ un intervento restrittivo, a cui può essere associato un intervento malassorbitivo, come la diversione biliopancreatica. Si tratta di un intervento irreversibile, visto che viene modificato l’assetto dello stomaco, e richiede spesso una dieta.
Il bypass gastrico: è un intervento misto, sia restrittivo che malassorbitivo, perciò molto invasivo. E’ utilizzato in casi gravi di obesità: in genere attraverso una tasca si isola la parta alta dello stomaco, creando un antro per raccogliere il cibo, che però bypassa il resto dello stomaco e parte dell’intestino. Questo salto di parte dello stomaco, e il fatto che il cibo si raccolga solo in una tasca, perciò in uno spazio limitato, permette sia di avere un immediato senso di sazietà che un minore assorbimento. Molti gli effetti collaterali, tra cui il rischio di cancrena della tasca e i casi di ernia.
La diversione biliopancreatica: è un intervento di tipo malassorbitivo, per cui il paziente non assorbe più i grassi e gli zuccheri complessi. Consiste nella riduzione dello stomaco tramite sezione o tramite anello e nell’asportazione della colecisti. Essendo un intervento complicato e irreversiible, il rischio di morte in alcuni casi raggiunge il 5%.