Last Updated on 6 Dicembre 2016 by Eleonora Bolsi
Uno studio norvegese, nell’ambito del progetto FATFUNC, condotto dall’Università di Bergen, salva i grassi saturi dalla demonizzazione: secondo i ricercatori, infatti, sei i grassi saturi provengo da fonti di qualità, non solo non nuocciono alla salute in generale, ma migliorano persino i livelli di colesterolo buono nel sangue. Per arrivare a questa conclusione, che va controcorrente rispetto alla celebre ipotesi dei lipidi (i grassi saturi sono associati positivamente al rischio di malattia cardiovascolare) i ricercatori hanno fatto seguire a un gruppo di 46 uomini sovrappeso e con sindrome metabolica e grasso viscerale due diete diverse: una ad alto contenuto di carboidrati e una ad alto contenuto di grassi, special modo saturi. In entrambi i casi sia il tetto calorico che l’apporto proteico erano identici.
I parametri di salute sono migliorati in entrambe le diete, che sono state seguite dal gruppo per tre mesi, e che avevano come limite la qualità degli alimenti scelti, la riduzione degli zuccheri semplici (anche nella dieta ad alto contenuto di carboidrati), la scelta di cibi minimamente lavorati e genuini e di cibi a più basso indice glicemico. In particolare, il rischio di salute cardiovascolare è risultato ridotto nella dieta ad alto contenuto di grassi saturi (da burro, panna, oli a spremitura a freddo), con un aumento del colesterolo buono HDL.
Con questo studio i ricercatori hanno voluto dimostrare che non sono i grassi saturi a influenzare di per sé la salute cardiovascolare, ma che la qualità dei cibi che assumiamo nella dieta, la genuinità degli stessi e il tetto calorico sono invece gli aspetti da tenere più in conto nella sindrome metabolica.