Last Updated on 14 Novembre 2019 by Eleonora Bolsi
Avete presente quando si ha l’impressione di leggere tutto e il contrario di tutto riguardo la nutrizione?
Non vi è mai capitato di leggere che un importante studio scientifico ha stabilito che il latte fa male, che i carboidrati fanno male o che una dieta particolare dà più risultati di una dieta tradizionale per dimagrire?
Ebbene, negli ultimi quindici anni abbiamo assistito a un vero boom di studi di nutrizione sui benefici di certi cibi, sul legame tra altri cibi e malattie e su metodi di dimagrimento anche drastici.
E nonostante Dcomedieta cerchi sempre di parlare di studi di nutrizione obiettivi, vi garantisco che non è facile districarsi ogni giorno tra le notizie allarmanti su questo o quest’altro alimento.
STUDI DI NUTRIZIONE: I PRINCIPALI LIMITI CHE DEVI CONOSCERE
- Grossi problemi si possono trovare negli studi epidemiologici, quelli che collegano alcuni alimenti a delle malattie o all’obesità. Una correlazione tra un dato e un altro non crea un rapporto di causa-effetto.
Perché non vengono prese in considerazione migliaia di variabili. - Nella maggioranza di questi studi i soggetti analizzati spesso devono compilare dei questionari con cadenza mensile, semestrale, annuale o persino una volta ogni due anni per dire cosa hanno mangiato.
Ora: chi di voi si ricorda che cosa ha mangiato la scorsa settimana? - Al tempo stesso, già in passato avevo denunciato i grossi limiti di alcuni studi che erano balzati agli onori della stampa. Un famoso studio sui benefici della dieta mediterranea del 2013 è stato nel frattempo ritirato, perché i dati raccolti dagli scienziati risultavano imprecisi e manipolati.Quando scrissi questo articolo sottolineai il fatto che ben 700 studi di nutrizione all’anno seguivano lo stesso destino. Ma nel frattempo questi studi sono stati pubblicati, commentati e hanno influenzato l’alimentazione delle persone.
-
Alcuni ricercatori sono stati denunciati.
Ma questo l’opinione pubblica non lo sa, almeno in Italia.
Il caso più celebre è stato quello di Brian Wansick, accusato di avere manipolato 13 studi che collegavano la nutrizione alla psicologia comportamentale, ha pubblicato altri 15 studi che sono stati rimaneggiati e corretti da altri ricercatori. - Ci sono stati grossi dietrofront sulla carne, sul fruttosio, sull’indice glicemico, sull’obesità.
- Di recente, si torna a “discolpare” le uova.
Nuovi limiti sono stati trovati sugli studi epidemiologici che collegavano le uova al colesterolo alto.
Come puntualizzano i dottori Ludwig e Heymsfield sul New York Times (traduzione mia).
Continua a mancarci una prevenzione dietetica efficace, in parte perché gli studi clinici sono stati condotti e messi a punto in modo troppo scarso per ottenere conclusioni definitive. Stiamo ancora dibattendo questioni che vanno avanti da decenni: dobbiamo focalizzarci nella riduzione dei carboidrati o dei grassi? Lo zucchero è tossico? Che dobbiamo pensare delle bevande edulcorate o dell’alcol in minima quantità?
E quello che sembrava un grosso, grasso, sospetto, oggi è diventato di dominio pubblico grazie a queste indagini (SEGUE A PAGINA DUE).