venerdì, Novembre 22

Fame chimica: perché mangiamo troppo?

Last Updated on 2 Novembre 2016 by Eleonora Bolsi


In risposta a quando noi mangiamo questi cibi, il corpo riceve delle informazioni di piacere e si “ricorda” di queste informazioni. 
Per un riflesso pavloviano, ogni volta che cerchiamo piacere e appagamento, il corpo farà scattare la voglia di certi cibi.
Possiamo considerare questa fame chimica una vera e propria fame? No, dato che lo scopo è quello di premiarci, non di nutrirci.
Perché prima dicevo “ancestralmente”? Perché la nostra preferenza verso alcuni cibi è biologicamente e culturalmente settata in modo tale da farci prediligere i cibi con le caratteristiche che abbiamo visto sopra. E a livello ancestrale, siamo ancora settati sul modello dell’uomo primitivo, che cerca cibi ricchi di calorie per far fronte ai periodi di carestia.

Peccato che un tempo questi cibi ricchi di calorie fossero anche nutrienti, mentre oggi questi cibi NON ci sazino. Sono solo molto appetibili. 
Le industrie alimentari conoscono bene questi meccanismi, e chi produce cibo cerca di renderlo appetibile sfruttando questi parametri: più zucchero, più sale, più amido, un po’ di glutammato, più grasso. Questa appetibilità non è solo nel tipo di ingredienti, ma anche nelle informazioni visive e tattili: più cremoso, più farcito, bello da vedere eccetera. E ha generato cibi ricchi di sostanze che ci creano dipendenza ma poveri di nutrienti veri, a parte le calorie. Non è un caso che le barrette di dolci siano così povere di proteine. Le proteine aumentano il senso di sazietà, ma quello che l’industria vuole è stuzzicarci la fame, non saziarci. 

La sazietà è un’altra cosa. I cibi che cerchiamo per appagarci in seguito all’azione della dopamina non sono cibi che saziano. E non lo sono soprattutto oggi.  I cibi che saziano sono proteici, o hanno meno densità calorica e più volume (le verdure, le patate lesse).
Nessuno di noi se viene mollato sviluppa un’intensa voglia di broccoli o lattuga, né si farebbe due ovetti al tegamino. 
Chiaramente esistono delle categorie intermedie (il formaggio), ma il 90% dei prodotti industriali che solleticano la nostra fame chimica è povero di nutrienti. Questo è uno dei motivi per cui oggi siamo più grassi. Mangiamo di più, ma mangiamo anche calorie che non sono bilanciate nei macronutrienti, e che sono povere di micronutrienti. (Fonte: 1, 2)