Last Updated on 27 Novembre 2018 by Eleonora Bolsi
Ormai la storia di come mangiavano i nostri antenati sta assumendo contorni sempre più evanescenti.
In una qualsiasi discussione tra “carnivori” (sarebbe meglio dire onnivori) e “vegani” si fa una lunga dissertazione sui nostri denti, sui canini, sulla mancanza di stomaci da erbivori, e persino sul pollice opponibile.
Tutto questo per arrivare a stabilire come mangiava l’uomo primitivo.
E da qui, con una certa mancanza di consequenzialità logica, come dovremmo mangiare noi.
Potrei capire se si fosse scoperto che gli uomini primitivi, in particolare precedenti al Neolitico, fossero stati dei Superman con la clava, uomini di acciaio che non conoscevano freddo, fame, ciccia né malattie.
Ma in realtà chi cerca di stabilire una dieta delle origini lo fa con l’intento di comprendere quale dieta potrebbe avvicinarlo a uno stato di natura.
A qualcosa di istintivo e genuino che lo tenga lontano dai problemi di salute che nascono spesso da cibi lavorati industrialmente e da fattori ambientali.
Insomma, se il tentativo è legittimo e nobile, il problema è quando si distorce la storia e anche le evidenze scientifiche per arrivare a sostenere una tesi.
Quella che la dieta perfetta e secondo natura esiste.
Tesi molto cara ai seguaci della dieta paleolitica.
Ora però un ennesimo studio rende infondata proprio la dieta paleolitica, una delle diete che più ha fatto discutere negli ultimi tempi.
DIETA PALEOLITICA: COS’È
La dieta paleolitica si contraddistingue per l’assenza di cereali, zuccheri o legumi, e della massiccia presenza di carne, pesce, uova o noci, ma senza nessuna scelta di tipo intensivo.
Solo prodotti locali, di fattoria, biologici, con animali al pascolo e che si nutrono di sola erba.
Insomma, la dieta paleolitica non è mai stata una dieta di soli cibi sì e cibi no, ma il tentativo di arrivare alla dieta naturale dell’uomo del Paleolitico.
Il quale, secondo i teorici della paleo, era lontano sia da ogni tipo di cereale coltivato, che da ogni prodotto allevato.
Invece, pare che non fosse proprio così.
DIETA PALEOLITICA: LO STUDIO CONTRO
Uno studio italiano smentisce questa visione bucolica ma affascinante degli uomini primitivi.
E spiegano che già trentamila anni fa l’uomo primitivo consumava legumi e cereali.
I ricercatori hanno individuato un’area archeologica, Grotta Paglicci, i cui abitanti 32mila anni fa coltivavano verdure e cereali. Sì, cereali.
Avete capito bene.
Tutti i vegetali venivano trattati con quattro processi, con un’organizzazione che si pensava possibile solo molti anni dopo.
Gli uomini prima del Neolitico erano capaci di mangiare anche legumi selvatici e persino cereali, tra cui un antenato dell’avena, e sottoporli a una rudimentale lavorazione.