Last Updated on 28 Settembre 2017 by Eleonora Bolsi
Perché dopo gli “anta” uomini e donne accumulano peso sul ventre? E perché in particolare il peso accumulato sul ventre è grasso viscerale? Nel tempo gli esperti hanno risposto in modo molto vario al problema della pancia e del grasso viscerale, rischioso per la salute perché legato a una maggiore esposizione a diabete e malattie coronariche. Nelle donne una delle spiegazioni possibili è di tipo ormonale: con la menopausa, il livello degli estrogeni cala, causando una tendenza all’accumulo di grasso sulla pancia “in stile uomo”. Ma oggi una scoperta scientifica interessante potrebbe spiegare come avviene più precisamente questo fenomeno, e anche come perdere la pancia dopo gli “anta”.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature, e condotto dal dottor Vishwa Deep Dixit, professore di Medicina Comparata e immunobiologia, l’accumulo di peso sulla pancia si verifica perché le energie non vengono bruciate come dovrebbero ma diventano più facilmente grasso in accumulo, cioè si perde efficienza metabolica. Secondo il dottor Dixit questo avviene per un problema a livello immunitario: i macrofagi, un tipo di cellule del sistema immunitario, infatti si troverebbero anche nel grasso viscerale e con l’età tenderebbero a infiammarsi e a smettere di comunicare correttamente con i loro neurotrasmettitori.
I macrofagi inibirebbero l’azione delle catecolamine, impedendo sostanzialmente la lipolisi, ovvero l’utilizzo di acidi grassi a scopo energetico. Per invertire questo processo, secondo il medico occorrerebbe agire sull’inibizione di un enzima noto come MAOA, effetto che in passato si otteneva con una classe di farmaci antidepressivi.
Non è forse un caso che a una soluzione simile siano arrivati anche i ricercatori della Washington State University di Spokane, che avrebbero individuato nell’attività “infiammatoria” di questo enzima il rischio di diffusione delle cellule cancerogene del cancro alla prostata. E che anche essi hanno individuato in alcuni vecchi antidepressivi un modo per tenere a bada l’enzima.
L’antidepressivo in questione sarebbe il clorgyline, ma non è mai stato commercializzato e al momento sono necessari studi più approfonditi per testarne l’efficacia sugli umani, dato che in entrambi i casi, sia per la pancia che per le neoplastie, gli studi sono stati condotti sui topi.