Last Updated on 10 Marzo 2019 by Eleonora Bolsi
Volete aumentare il metabolismo e avere un miglioramento della salute da subito?
Allora leggete un attimo questa storia.
Parte tutto da una domanda.
Per quale motivo stiamo sempre più combattendo con i chili di troppo?
Una ragione c’è, e si chiama spesa al supermercato.
Se volete sapere com’è cambiata in peggio la dieta occidentale, e quindi anche italiana, pensate ai dati che il governo degli Stati Uniti ha fornito sull’alimentazione dell’ultimo secolo di quello che oggi è considerato uno dei popoli più obesi del mondo.
Dal 1900 al 1999, gli Americani hanno consumato più oli vegetali, con particolare riferimento a olio di mais e di soia, margarine e oli per frittura, che hanno via via sostituito i grassi dei secoli precedenti: burro, olio di oliva, lardo, latte intero, panna, formaggi e latticini grassi, strutto.
Cosa è successo? L’eccesso di acidi grassi polinsaturi, detti PUFA, ha rallentato il metabolismo di milioni di americani, ma non solo. Via via che le aziende di tutto il mondo hanno imparato a sfruttare questi oli vegetali nella produzione alimentare, il danno si è diffuso su una popolazione di miliardi di individui.
Tra cui noi. Che compriamo prodotti da forno, biscotti, salse, torte, cornetti del bar, oli per frittura, margarine, cibi impanati, patatine e snack, barrette, cereali da colazione e creme spalmabili.
Cosa hanno in comune questi cibi? Sono oli ricchi di Pufa, non solo aggiunti sotto forma di grassi, ma anche come emulsionati (vedi l’onnipresente lecitina di soia).
ACIDI GRASSI POLINSATURI: COSA SONO?
Tutti questi prodotti dicevo contengono PUFA, dicevo.
Acidi grassi polinsaturi, ma prevalentemente omega 6. Che, per carità, in minime quantità e opportunamente bilanciati ai polinsaturi omega3 e soprattutto agli altri tipi di grassi (grassi saturi: sarebbero coinvolti nella regolazione degli acidi grassi polinsaturi e insaturi, per questo è bene mangiarne con limitazione ma quotidianamente, ne basta il 10%) fanno anche bene alla salute. Ma che portano alla formazione di sostanze infiammatorie a partire dall’acido arachidonico, che sono correlate a un maggiore rischio cardiovascolare.
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