mercoledì, Ottobre 30

Il gene della longevità si attiva con una dieta di carboidrati?

Last Updated on 1 Novembre 2016 by Eleonora Bolsi

E passiamo allo studio sui topi che sta facendo il giro del mondo terracqueo con titoli del tipo: “Gli scienziati hanno scoperto che la dieta della longevità è il contrario della Paleodieta“, oppure “Mangiare meno proteine  ci ripara dalla vecchiaia”. Cosa è successo? E’ successo che un gruppo di ricercatori ha realizzato uno studio sui topi per capire se il cosiddetto FGF21, ribattezzato l’ormone della giovinezza, cambi variando la dieta: hanno così visto che questo ormone cresce ad altissimi livelli quando una dieta povera di proteine è associata a un alto consumo di carboidrati.

Tuttavia, gli stessi ricercatori ammettono che precedenti ricerche hanno reso la questione dell’ormone della longevità controversa, e che per esempio anche situazioni di digiuno intermittente, sovralimentazione e dieta chetogenica hanno causato una risposta ormonale simile. Poiché la dieta chetogenica non è mai a basso contenuto di proteine, ma al limite normoproteica, lo studio realizzato su un gruppetto di topi di laboratorio non aggiunge molto, ma di sicuro non toglie nulla alla confusione precedente.

Raccomandazioni generiche basate su questi studi sono sempre da evitare: una dieta ad alto contenuto di carboidrati e basso contenuto di proteine potrebbe essere una dieta a base di pancarrè col miele, per quanto ne sappiamo. Cioè: questi due parametri non sono sufficienti a delineare una dieta salutare.
Il professor Duane Mellor, portavoce della Dieticians Association of Australia (lo studio è australiano), raccomanda infatti cautela, ma dice anche che i popoli di Okinawa e i sardi hanno appunto una dieta ad alto contenuto di carboidrati e a basso contenuto di proteine. E sono tra i popoli più longevi della Terra.
Ora: è venuto il momento che i sardi scendino in piazza a protestare, essendo usati a esempio sia per le diete ad alto contenuto di grassi (perché mangiano carne di pecora, formaggio di pecora, lardo e maiale, noci, ecc.), sia per le diete ad alto contenuto di carboidrati (perché mangiano legumi e carboidrati da “fonti sane”).
Potremmo chiamarlo il paradosso sardo, ma visto il grado di confusione, e il fatto che un consumo minore di proteine è associato alla perdita di massa magra (o.8 grammi di proteine per chilo di peso corporeo vanno bene solo in soggetti molto sedentari, non giovani né anziani), evitiamo di dare troppa importanza a test fatti su topolini.