Last Updated on 11 Novembre 2019 by Eleonora Bolsi
Negli ultimi anni, sono tante le catene dei fast food o delle caffetterie che propongono menu light, e stessa cosa la vediamo nei ristoranti. Ma spesso è un’operazione di marketing più che una vera opzione salutare.
MENU LIGHT: OPZIONE SALUTARE O SCELTA DI MARKETING?
Per esempio una nota panineria sotto casa mia, che fa parte di una catena, propone lo “sfilatino linea”, con bresaola, stracchino e verdure grigliate. Lo stracchino tuttavia ha 300 calorie e i 100 grammi dello sfilatino, cioè una baguette, apportano 281 calorie. Anche immaginando che nel panino non ci mettano 100 grammi di stracchino, si tratta di una opzione da 600 calorie in tutto considerando il mix.
Quando un piatto di 100 grammi di pasta con una salsa di pomodoro al basilico fatta con un cucchiaino di olio e due cucchiaini di grana grattugiato danno circa 480 calorie.
LA CIAMBELLA LIGHT INGLESE SCATENA L’IRA DEL GIORNALISTA
Una critica simile a questa la fa in Inghilterra un presentatore Tv, commentando la notizia di una ciambella light messa a punto da una catena di panifici britannici, la Greggs. La quale propone croissant e dolci a colazione, panini a pranzo, pollo fritto e club sandwich.
La Greggs ha annunciato l’uscita di una ciambella light che in pratica è un mini bombolone glassato alla marmellata con un grosso buco al centro… e niente marmellata.
Togliendo una parte consistente dell’impasto e la marmellata, ecco servita ai clienti l’opzione light da 200 calorie circa contro le 250 del bombolone normale.
Il presentatore tv Piers Morgan della trasmissione Good Morning Britain tuttavia non è d’accordo con l’operazione della ciambella light, che secondo una rappresentante della catena, è stata fatta per andare incontro all’emergenza obesità.
Nella trasmissione Morgan dice: “è pur sempre un bombolone, solo con un buco al centro”.
“Ma se mangiate i bomboloni ingrasserete comunque, così come se mangiare un hamburger vegano ingrasserete comunque (…) e così sarete a un passo più breve dalla morte”.
Il riferimento al “fast food” vegano viene da un’altra reazione di Morgan a un altro prodotto della Greggs: una salsiccia vegana in crosta di sfoglia vegan che però, a conti fatti, ha più calorie di un normale hamburger.
Morgan spiega che oltre alle calorie bisogna considerare che questi prodotti hanno spesso additivi, sale e grassi che rendono difficile alle persone limitarsi. Questa cosa è assolutamente vera. Come ho scritto in questo articolo, l’indice di appetibilità è una strategia usata da aziende e ristoratori per spingere il cliente a mangiare di più.
La reazione scomposta del giornalista ha scatenato le ire della catena Greggs e l’imbarazzo degli altri co-presentatori.
Approfondimenti:
Smettere di mangiare tanto. La fine della sovralimentazione.