Last Updated on 14 Dicembre 2020 by Eleonora Bolsi
Se siete abituati a leggere le tabelle nutrizionali dei prodotti alimentari, vi siete già resi conto che, per quanto riguarda le calorie, queste vengono distinte in calorie a porzione e calorie per cento grammi. La porzione viene a volte regolata sulla base del RDA, ovvero la dose giornaliera raccomandata. In alternativa sulla GDA. E questo spesso induce in errore sull’effettivo valore calorico di quello che consumiamo. Vediamo perché.
TABELLA DELLE CALORIE NEI CIBI CONFEZIONATI
Il problema della razione giornaliera consigliata
Adesso vi spiego perché diffidare della tabella delle calorie concepita in questo modo, e dell’indicazione, spesso posta a fronte della confezione, delle calorie.
Alla base della dose giornaliera raccomandata, almeno sul versante calorico, per le donne troverete un tetto di 2000 calorie di fabbisogno giornaliero, per gli uomini di 2500, secondo una stima decisa dall’Unione Europea sui dati Fao. In alternativa però si trova spesso un tetto indistinto di 2200 calorie.
E il problema della porzione o serving
Nella maggioranza delle tabelle nutrizionali dei prodotti, la tabella delle calorie è spesso concepita “per serving”, ovvero per porzione, mentre non sempre è scritto quante calorie portino cento grammi di quel prodotto. E qui iniziano i problemi, se dovessimo considerare solo il serving o la porzione.
Il prodotto è troppo calorico? Allora si abbassa la porzione al minimo. Per cui una porzione può essere un biscotto, un cucchiaino di burro di arachidi, 5 patatine nella busta delle patatine fritte.
Poi sul fronte del prodotto si mette la dicitura “solo X calorie (a porzione)”, con a porzione scritto in piccolo o assente.
Dev’essere poi chi compra a leggersi le tabelle delle calorie sul retro e farsi i vari calcoli.
Più il cibo è denso di calorie, più ila porzione consigliata si riduce, così anche se è una bomba ci convinciamo di poterla fare rientrare nella nostra dieta quotidiana. Chi è che compra la Nutella per mangiarsene 15 grammi?
Essendo la nutella pastosa, quindici grammi sono appena un cucchiaio non troppo colmo.
Sarebbe più corretto riportare come indicazione principale le calorie ogni cento grammi, e solo dopo per porzione.
E così certe barrette di cioccolato da 50 grammi hanno scritto “125 Kcal” in grande, poi in piccolo “per porzione” e solo sul retro scopriamo che secondo l’azienda 50 grammi corrispondono a due porzioni (cioè, mezza barretta).
Il calcolo, che nel caso di una barretta di 50 grammi è semplice (sto ingerendo 250 Kcal anziché 125 se mangio tutta la barretta), diventa un disastro nel caso dei biscotti e di molti prodotti da forno. Qui la porzione spesso è indicata in grammi. Quindi abbiamo porzione di 25 grammi per esempio con 130 calorie. Ma non sappiamo a quanti grammi corrisponda il singolo biscotto. Dunque quante calorie ci saranno a biscotto?
Quando la porzione cambia a seconda del Paese
Su un articolo de Il Fatto Alimentare si nota come l’indicazione di porzione cambi a seconda del Paese in cui si compra.
Perché queste differenze?
Torniamo al caso del biscotto. Diventa complicato risalire da soli a quante calorie ha solo un biscotto, perché il serving spesso è espresso in grammi, per cui trenta grammi di biscotti è una porzione e le porzioni cambiano da Paese a Paese.
Se volessimo fare i precisi, dovremmo contare TUTTI i biscotti della confezione e dividerli per il peso totale della stessa. Tenendo presente che la gente ha altro da fare nella vita, la maggior parte di noi confonde “serving” con il contenuto della confezione intera (nel caso di cose piccole, come gli snack) o addirittura crede che siano cento grammi, sottostimando le calorie che ingerisce. E ingrassando senza rendersene conto.
Vedi anche: calcolo delle porzioni, quanto mangiare per dimagrire.