Last Updated on 6 Novembre 2017 by Eleonora Bolsi
Mangiare fuori pasto fa ingrassare?
Snack e spuntini vengono spesso sottovalutati nel loro apporto calorico, e in questo modo sono una delle ragioni principali per cui le persone tendono a ingrassare. La maggior parte degli snack che le persone consumano è industriale, e questo ha ben due conseguenze che rischiano di incidere sul nostro fabbisogno totale giornaliero. Ora vi spiego perché mangiare fuori pasto può farci ingrassare.
1) LE PORZIONI REALI CONTRO LE PORZIONI IDEALI
Da un lato, infatti, occorre far caso alla definizione di “porzione” che troviamo nell’etichetta.
Spesso le calorie a porzione si riferiscono non allo snack intero, ma a una sua parte minima.
Per esempio: una barretta di cioccolato piccola pesa circa 45-50 grammi, ma su alcune confezioni è riportato in bella vista il valore calorico di una porzione relativa a 15 grammi al massimo.
Poiché il quantitativo in grammi della porzione ideale raccomandata è sempre scritto molto in piccolo, mentre le calorie sono più evidenti, moltissime persone possono pensare che quelle stesse calorie (120, 150 calorie) si riferiscano alla barretta intera, e non a un quarto della stessa.
Allo stesso modo funziona per le creme spalmabili, i gelati, molti prodotti da forno: occorre leggere l’etichetta sul retro per scoprire che quel “solo 100 calorie” si riferisce a un quinto o a un quarto di quanto siamo portati a mangiare. Per esempio: la Nutella. La Nutella descrive la sua porzione raccomandata come di 81 calorie. Il quantitativo, leggiamo nell’etichetta, di 15 grammi. Ma quanti sono 15 grammi di Nutella? Ebbene, circa un cucchiaino colmo.
O ancora, le patatine. La porzione raccomandata è di circa 20-25 grammi. Circa un pugno piccolo.
E potrei andare avanti all’infinito. Molti snack mono-porzionati, come quelli delle macchinette, che hanno 5 0 6 biscotti al loro interno o sono l’equivalente di una barretta, riportano sulla confezione un terzo del prodotto come la “porzione ideale”.
2) LO SNACK È IN REALTÀ UN PASTO
L’altro grosso problema, evidenziato in uno studio dell’Università del Surrey, riguarda invece la maniera in cui consideriamo uno snack. La maggior parte delle volte il nostro snack è un pasto a tutti gli effetti, ed è come a un pasto che dobbiamo pensarlo. Una merendina è quindi un pasto con le sue 150-200 calorie. Una carota o due coste di sedano no, perché contengono meno di 50 calorie e pur volendo fare due spuntini di carote al giorno, non arriveremmo a superare le 100 calorie complessive. Due merendine al giorno? 400 calorie, l’equivalente di 100 grammi di pasta con un cucchiaio di sugo semplice a basilico.
Le raccomandazioni sono dunque le seguenti, per evitare di mangiare troppo tra colazione, pranzo e cena più gli spuntini.
1) Evitare i prodotti industriali e puntare su cibi naturali o minimamente lavorati, al naturale: yogurt naturale o greco, frutta e verdura.
2) Se vogliamo mangiare qualcosa di più sostanzioso, sforziamoci di chiamarlo pasto, e non spuntino. Al posto di dire che facciamo tre pasti e due spuntini, diciamo a noi stessi che facciamo cinque pasti, ridimensionando pranzo e cena. So che vi parrà stupido, ma più abbiamo consapevolezza di ciò che mettiamo in bocca, più sarà facile evitare di ingrassare.
Anche le calorie liquide, per esempio un succo di frutta, vanno considerati come pasti a tutti gli effetti. Vi verrà automaticamente meno voglia di berli, se pensate che state facendo un secondo minipranzo!
3) Facciamo attenzione a calcolare le calorie per peso della confezione, senza farci ingannare dalle etichette. 100 calorie di una porzione di yogurt alla frutta non sono nulla se lo yogurt pesa 140 o 150 grammi. Cerchiamo sempre di capire quanto stiamo mangiando!