Last Updated on 3 Dicembre 2018 by Eleonora Bolsi
L’olio di cocco fa male? Una professoressa di Harvard ha di recente dichiarato che l’olio di cocco, che in questi ultimi anni ha avuto un vero e proprio boom di interesse commerciale e viene spesso menzionato come un “grasso buono” sia in realtà un alimento pericoloso per la salute. Anzi, un vero e proprio veleno. Ma andiamo per ordine.
Negli scorsi giorni la professoressa Kerin Michels, epidemiologa e insegnante presso l’Università di Harvard, ha dichiarato che l’olio di cocco fa male, anzi, è velenoso per la salute: per intenderci, si riferisce all’olio di cocco alimentare, non a uso topico.
In un video che è diventato virale, la dottoressa Michels spiega il suo punto di vista: l’olio di cocco fa male perché è un olio in prevalenza saturo (lo è per il 97% circa), e lo spiega dopo che l’American Heart Association avrebbe infatti avvertito i consumatori di limitarne il consumo. La ragione è quindi quella per cui i grassi saturi vanno limitati, e al loro posto vanno preferiti grassi monoinsaturi (olio di oliva) o polinsaturi (olio di semi di lino). Questo perché aumentano il rischio di malattie coronariche.
Un bel passo indietro, per due motivi:
– l’olio di cocco ha sì grassi saturi, ma è uno dei pochi alimenti in natura a possedere grassi saturi a catena media. Per intenderci, non quelli di una salsiccia. Questi grassi non subiscono l’idrolisi enzimatica degli altri grassi saturi, riducono la produzione di lipoproteine e hanno un effetto di riduzione dei trigliceridi. Ora: parlando di grassi, la chimica (e le catene) contano. Questi grassi spingono il corpo a una maggiore termogenesi, e hanno un effetto benefico sia sulla flora batterica che sulla regolarità intestinale. Fonti: 1, 2, 3.
– i grassi saturi sono stati oggetto di importanti revisioni scientifiche negli ultimi tempi: uno studio apparso sull’American Journal of Clinical Nutrition aveva infatti osservato che chi consumava formaggi e latticini interi non aveva maggiori probabilità di ammalarsi di malattie cardiovascolari. Lo studio è stato condotto su un campione di tremila persone, e, guarda caso, anche latticini interi e formaggi contengono acidi grassi saturi a catena media. Durato oltre vent’anni, lo studio non ha trovato un’associazione significativa tra consumo di questi grassi saturi e malattie cardiovascolari o morti per le stesse. E non è l’unico.
Uno studio di corte apparso sulla rivista Lancet, su un campione di 135mila persone, aveva sottolineato che il consumo di grassi non era significativamente correlato a una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari, in particolare per gli acidi grassi a catena media. E’ vero, le attuali linee guida raccomandano ancora precauzione, ma le linee guida dovrebbero essere aggiornate, e grossa parte della comunità scientifica lo sta chiedendo.
Le cose non sono o tutte nere o tutte bianche. Questo non vuol dire mangiare esclusivamente olio di cocco, ma considerare le cose senza falsi allarmismi. L’olio di cocco, o in alternativa, latticini interi o formaggi possono benissimo fare parte di una dieta sana se questa dieta è anche varia. E hanno dei benefici per la salute.