Last Updated on 2 Novembre 2016 by Eleonora Bolsi
Quando mangiare la frutta?
Come ho spiegato prima, è necessario mangiare la frutta lontano dai pasti o dopo i pasti proteici: se mangiamo una spigola a pranzo con verdure, possiamo concludere il pasto con un frutto a scelta, per esempio. Se amiamo la frutta zuccherina, escluderla non ha senso: possiamo gustarci una banana, un caco o dei fichi magari di mattina, rinunciando a biscotti e merendine o cereali zuccherati.
Anche come mangiare la frutta è importantissimo per evitare di prendere peso. La frutta va mangiata sbucciata, e lavata prima anche se la sbucceremo. La frutta che non si sbuccia, è meglio comprarla biologica, come per esempio le fragole.
Persone con problemi digestivi, devono stare attente ai semini di alcuni frutti: evitate perciò fragole, more, kiwi.
E assolutamente non ingerite i semi di uva o anguria: sentiamo dire in giro che i semi dei frutti sono nutrienti, ma a parte i semi di melone, non ho trovato conferme in queste dicerie, quanto persone che raccontavano di irritazione intestinale. Dunque evitate.
A parte melone, anguria, fragole, kiwi, ananas, frutti di bosco o avocado, arance o agrumi in generale e frutta tropicale, per digerire meglio la frutta, specie quella invernale, come pere, mele, ma anche pesche, prugne e albicocche, è bene non solo sbucciarla, ma cuocerla per pochi minuti in padella, premurandosi di tagliarla a pezzetti piccoli, e ripassandola con olio di cocco o burro, un pizzico di sale per limitare la ritenzione idrica (ebbene sì), spezie come cannella, curcuma, zenzero e chiodi di garofano. Io faccio così da un paio di anni, dopo aver letto i consigli del fisiologo Ray Peat, e adesso non ho alcun problema di digestione della frutta, che diventa quasi un dolce (come dovrebbe essere), mentre da ragazzina, quando il colon irritabile mi portava in ospedale due volte al mese, un medico mi suggerì di cuocere la frutta sbucciata e a pezzi piccoli per digerirne meglio le fibre.
I grassi limitano l’assorbimento glicemico della frutta e aiutano la digestione, riducendo la fermentazione. Io preferisco i grassi saturi, ma potete usare anche una manciata di semi oleoginosi o un cucchiaino di burro di mandorla.
Se amiamo centrifugati e smoothies, nessun problema: ma non associamo più frutti insieme (a meno che uno di questi non sia l’avocado); preferiamo sempre mettere verdura e frutta, con più rilevanza della prima.
Non caricate invece la frutta con miele, cioccolato che non sia amaro, topping zuccherati. Evitate le macedonie.
Esiste della frutta che fa ingrassare e della frutta che fa dimagrire?
A parte l’avocado, tutta la frutta contiene zuccheri in discreta quantità: il ribes è tra i frutti che ne contiene di meno, ma l’impatto che lo zucchero ha sulla nostra salute dipende da due fattori essenziali; il peso della frutta (se ci mangiamo 300 mg di mirtilli a questo punto possiamo mangiare una mela normale e via), dunque il carico glicemico e il grado di maturazione (ci saranno differenze a livello di quantità di zuccheri). I frutti con meno zuccheri sono gli agrumi, i frutti rossi e ancora prima l’avocado, ma comunque considerate che un frutto di 200 grammi circa contiene non meno di 10-15 grammi di zuccheri, al netto quindi delle fibre.
Insomma: la frutta non va demonizzata, però dobbiamo imparare a calcolarla come carboidrati. Nella dieta mediterranea la frutta è il dolce del pasto, o della giornata, mentre i dolci sono in cima alla piramide e dovrebbero essere consumati una volta al mese o una alla settimana.
Invece adesso non è così: siamo pieni di dolci e dolcetti, ma sarebbe un grosso errore risparmiare sulla frutta, che ci fornisce vitamine e sali minerali, per mangiarsi un dolcetto in più, che quasi sicuramente contiene più zucchero. Questa cosa sta prendendo un po’ piede: persone che si spaventano di mangiare la frutta ma non rinunciano al pacchetto di biscotti confezionati!