Last Updated on 11 Maggio 2017 by Eleonora Bolsi
Purtroppo, ogni cosa che viene dall’estero, anche qualcosa di buono come nel caso dell’Intuitive Eating, in Italia è presentato nel mondo sbagliato, magari anche in buona fede. E così le poche persone che in Italia parlano di Intuitive Eating spesso mostrano di NON capire i principi dell’Intuitive Eating, ovvero del mangiare intuitivo. Quindi parlano di regole inesistenti, di cibi giusti o sbagliati, addirittura ho visto delle griglie e degli schemi che spiegano quello che occorre mangiare da quello che occorre evitare. Una delle regole dell’Intuitive Eating è che non ci sono regole nell’Intuitive Eating.
Vi spiego.
Se io voglio fare pace con il mio corpo e pace con il cibo, non posso pensare di dirottare la mia alimentazione verso dei cibi specifici e demonizzarne altri, né posso pensare di mangiare intuitivamente contando le calorie, facendo troppa attenzione alla qualità dei cibi (chiedersi che pesce prendiamo è giusto, stressare il cameriere per sapere se nel vino della casa ci sono i solfiti quell’unica volta al mese in cui esci per andare a mangiare fuori magari no, è un po’ eccessivo) o ai macros.
Altrimenti non farò intuitive eating, ma starò seguendo l’ennesimo piano alimentare.
L’Intuitive Eating nasce in risposta a tutte le persone che, sperando di migliorare la loro salute e la loro forma fisica (o entrambe), si sono messe a dieta non una ma mille volte, fino a diventare ossessive del cibo. In risposta ai disordini alimentari ad ampio spettro, quindi non solo anoressia e bulimia, ma ortoressia, binge eating e altri disturbi che negli ultimi anni sono diventati più frequenti. A queste persone, non si può dare regole.
Il motivo è semplice: la persona che deve fare pace con se stessa e il suo corpo, deve imparare ad accettarsi, e imparare ad accettare il cibo senza pregiudizi o demonizzazioni. Questo ovviamente non vuol dire che se uno è celiaco deve mangiare glutine, va tutto visto nell’ottica della salute generale, solo non bisogna mettere ulteriori paletti.
Questo perché le persone con un disturbo del comportamento alimentare credono alle regole, si impongono delle regole e le impongono agli altri. Sono bravissime in questo.
Chi crea delle regole di qualsiasi tipo nell’intuitive eating non sta facendo davvero intuitive eating, sta semplicemente creandosi un nuovo schema mentale.
I veri intuitive eaters non pensano mai alla natura della loro fame. Se hanno fame mangiano.
Se crei la regola della fame o la scala della fame (come questa), stai creando delle regole di buonsenso senza dubbio, ma non è “mangiare istintivamente”.
A questo punto per molti sorgerà una domanda: sì, ma così facendo come fanno le persone sovrappeso o obese, senza regole, a mangiare il giusto per la loro salute?
Ebbene, personalmente non consiglierei mai l’intuitive eating a una persona con problemi di sovrappeso o obesità.
Queste persone devono seguire una rieducazione alimentare, questo perché il loro “senso della sazietà” non coinvolge le stesse aree cerebrali delle persone magre, come stabilisce questo studio. Dunque, non si può dire loro: “ascolta il tuo senso di fame e sazietà”. La stessa cosa capita a persone con anni di disordini alimentari alle spalle o con anni di restrizioni caloriche intense: si è visto che l’ipotalamo in questi casi non regola in maniera equilibrata la produzione degli ormoni della fame.
Stessa cosa accade se per anni abbiamo fatto un’alimentazione poco nutriente.
In questo caso, sì, è meglio stabilire delle prime regole, degli esercizi o dei metodi per sentire la fame, come afferma questa scienziata in uno studio di tre anni tra intuitive eaters e dieters, cioè tra persone a cui è stato chiesto di seguire i dieci principi dell’intuitive eating e persone che sono state messe a dieta con delle regole.
Per tutti gli altri casi, invece, l’intuitive eating è utile a vivere più serenamente, rompere il circolo vizioso delle diete E DELLE REGOLE, fare pace con TUTTO il cibo, non solo con quello che noi pensiamo essere giusto e sano e ok.
Solo in questo modo, saremo liberi di scegliere, di fare scelte alimentari più consapevoli senza viverle da privazioni.
Per questo è necessario che l’Intuitive Eating, nella prima fase almeno, sia quanto più liberatorio e deregolato possibile.
Per saperne di più, leggi:
GUIDA ALL’INTUITIVE EATING
L’INTUITIVE EATING NON FA DIMAGRIRE