Last Updated on 8 Marzo 2023 by Eleonora Bolsi
Esistono davvero persone che mangiano e non ingrassano nonostante mangino molto più del normale? O meglio, che hanno un metabolismo veloce?
Esistono persone che mangiano e non ingrassano?
Di recente un personal trainer su TikTok ha fatto diversi video in cui dice che chi in genere si vanta di mangiare molto di più del normale senza ingrassare sta mentendo.
Fa il caso di un ragazzo che descrive la sua giornata alimentare pensando di mangiare molto di più della media, quando in realtà mangia poco. Secondo il pt, non esistono persone che fanno fatica a mettere su peso pur mangiando tanto, ma solo persone che si illudono di mangiare di più.
Tra questi, non dobbiamo considerare solo i cosiddetti “hard-gainer”, cioè quella categoria di persone molto magre di costituzione che fatica a mettere su massa muscolare.
Ma anche quelli che sono caratterizzati da un fisico asciutto o anche molto magro, mangiano più di tutti quelli che conoscono. Eppure non mettono peso.
Cercherò di spiegarvi attraverso documentazioni storiche e dati scientifici alla mano perché il personal trainer sbaglia e perché è estremamente dannoso fare considerazioni di questo tipo sulle persone.
Esistono persone che mangiano più della norma e non ingrassano?
La risposta genetica
La risposta ovviamente è sì, sebbene siano una minoranza della popolazione mondiale.
Innanzitutto, di recente sono stati scoperti dei marcatori genetici che caratterizzano le persone obese e che mancano nelle persone che invece hanno eccessiva magrezza.
In uno studio del 2019 su un campione di oltre 40 mila individui, gli scienziati trovarono ben dieci marcatori genetici collegati ad obesità. E stimarono che, al contrario, il 74% delle persone estremamente magre aveva una familiarità con questo tipo di costituzione.
Ciò vuol dire che la maggior parte delle persone con magrezza costituzionale lo è perché geneticamente predisposta. E infatti anche per via germinale si riscontra lo stesso tipo di costituzione, in pratica dai genitori ai figli.
Di questo tipo di persone si dice che sono caratterizzate da magrezza “persistente”. Cioè indipendentemente dall’introito calorico giornaliero alto, riescono con difficoltà a mettere su peso.
Questo non vuol dire che non esista una soglia di calorie oltre la quale non metteranno peso. Ma che questa soglia è maggiore rispetto alla media di calorie giornaliere che dovrebbero consumare stando alla loro costituzione.
Se volessero ingrassare dovrebbero mangiare molto molto più degli altri.
Dire che tutti “credono” di mangiare di più ma in realtà mentono è quindi una sciocchezza già a livello genetico.
La differenza mitocondriale e adipocitaria
Un’altra caratteristica tipica della capacità di mettere su grasso corporeo è il quoziente respiratorio cellulare, ovvero l’attività mitocondriale delle cellule.
Il quoziente respiratorio cellulare è associato al tasso metabolico di una persona.
Le persone con alta flessibilità metabolica possono avere un’attività mitocondriale molto alta, il che fa sì che brucino più calorie del dovuto. Al contrario, chi è resistente al dimagrimento può avere minore flessibilità metabolica, ovvero, indipendentemente dal fatto che consumino grassi o zuccheri, i loro mitocondri non hanno una variabilità del quoziente respiratorio.
Per capirci, il quoziente respiratorio mitocondriale di norma dovrebbe alzarsi se si devono bruciare zuccheri e abbassarsi se si devono consumare grassi.
In chi tende a ingrassare, la variazione del quoziente è minima.
Invece in chi è magro e tende a mangiare di più senza mettere peso, la variazione è molto alta. Uno studio infatti stabilì che le persone molto magre di costituzione avevano adipociti più piccoli e molto più attivi metabolicamente delle persone comuni. Lo studio è linkato sotto, nella sezione overeating.
Le cause sono due.
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La prima è di nuovo genetica.
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La seconda è legata al numero di adipociti che il corpo fissa nel passaggio dalla pubertà, ovvero dall’ultima fase dell’obesity rebound, alla fase adulta.
Questi adipociti si possono anche ingrossare e dividere, ma di norma ognuno di noi ha un certo numero di adipociti di base, che è stabile a partire dalla pubertà. Un individuo che era molto magro già in età infantile, vuoi anche per problemi di scarsità di cibo, come in alcuni Paesi o in alcuni periodi storici, avrà un basso numero di adipociti.
Anche il numero di adipociti può avere cause genetiche, ma i dati che abbiamo su persone sopravvissute dall’infanzia a periodi di carestia indicano che anche il fattore ambientale gioca un ruolo.
Studi sull’overeating
Gli studi sull’oveareating, dove gruppi di persone vengono sottoposte a dieta ipercalorica per un certo numero di giorni, hanno dato nelle persone molto magre risultati contrastanti. In un caso dopo due settimane di dieta ipercalorica rispetto a quanto mangiavano di solito, queste hanno preso peso.
Ma due settimane sono state poche a detta degli stessi ricercatori e le calorie sono state ulteriormente aggiunte a ciò che gli individui mangiavano di norma, tramite una bevanda ipercalorica.
Bisogna avere cioè il tempo di misurare un adattamento metabolico alle calorie in più: la persona può prendere inizialmente peso per poi tornare alla propria magrezza dopo essersi abituato al nuovo regime, o non prendere molto peso dopo qualche mese. Quindi l’incremento iniziale è normale e non smentisce la magrezza costituzionale.
In altri studi, l’overfeeding, fatto per almeno quattro settimane più quelle di stabilizzazione, non ha portato a incremento di peso significativo nelle persone con magrezza costituzionale. Dopo un iniziale incremento di peso, questo scendeva di nuovo.
Le caratteristiche intestinali
Grazie allo Human Microbiome Project oggi sappiamo che, nonostante nell’intestino umano le famiglie dei batteri sono grossomodo le stesse, tra il microbiota di un essere umano magro e quello di una persona obesa esistono delle differenze che non possono essere risolte con i probiotici. Ovvero quelle della biodiversità batterica.
Dovete considerare che nell’intestino esistono più batteri che cellule umane.
Questi batteri sono organizzati per ceppi e per macrofamiglie, diciamo così. Ospitiamo quindi nel nostro intestino diverse tipologie di batteri. Purtroppo in chi è obeso i batteri sono meno eterogenei, quindi c’è minore diversificazione. Il probiotico, in assenza di ceppi diversificati non può attecchire, perché non esiste una “casa” per i batteri che dà il probiotico.
Quindi i probiotici non sempre aiutano i soggetti obesi.
Va da sé che anche a livello intestinale chi è magro e chi è grasso si differenzia per ragioni non dovute unicamente alla dieta, sebbene una dieta varia e a ridotto contenuto di grassi, soprattutto, sembra favorire i batteri “dimagranti”.
Il caso storico dei soggetti affetti da iperfagia
L’iperfagia è una condizione clinica associata a diverse malattie anche molto gravi e che è caratterizzata da un aumento dell’appetito.
Le persone che ne sono affette possono trangugiare qualsiasi cosa capiti loro a tiro, anche cose che di norma non appartengono alla classe degli alimenti.
Si tratta di una condizione potenzialmente molto pericolosa, che espone il soggetto a infiammazioni anche letali.
Ebbene, esistono due casi storici di famosi iperfagici.
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Uno fu il polacco Charles Domery, che, come i suoi fratelli, soffriva del disturbo.
Nonostante le ingenti quantità di cibo, tra cui anche esche vive, roditori, erba, terreno, e le testimonianze di chi finì in prigione con lui, Domery non riusciva a saziarsi pur mangiando dieci volte di più degli altri compagni di cella e, quando era marinaio, dei compagni in nave. Ingerì cose terribili pur di saziarsi, ma, a sorpresa, non era obeso. Tutte le documentazioni e i rapporti medici parlano di un individuo molto alto con peso nella norma. A quanto pare, soffriva di un’alterata termogenesi forse perché ipertiroideo. L’ipertiroidismo infatti può portare ad alterazioni del metabolismo, per cui si tende a bruciare più energia di quanta se ne riesca a consumare. Domery mangiava chili di alimenti al giorno, tra cui svariati chili di carne.
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Anche Tarrare, altro personaggio famoso per la sua iperfagia, era normopeso.
Tutti i dati storici sulla sua vita parlano di un individuo di corporatura normale, addirittura magro.
I documenti sono assolutamente affidabili in entrambi i casi perché fonti dirette. In entrambi i casi, ci furono parecchie ospedalizzazioni, quindi esistono resoconti medici. Non si è mai scoperto perché Tarrare mangiasse così tanto.
Conclusioni
La magrezza persistente o costituzionale non è una caratteristica comune.
Ma quando è presente, non è legata a restrizione calorica inconsapevole, ma, al contrario, a effettiva impossibilità di mettere peso stabilmente. Quindi esistono persone magre che mangiano molto di più punto e basta. E non ingrassano.
Esistono come abbiamo visto addirittura casi celebri di persone malate che avevano un appetito straordinario ma erano magre.
Ora, è rarissimo trovare una persona affetta da iperfagia, ma non è così raro conoscere almeno una persona che è magra di costituzione e mangia molto.
Che il personal trainer non abbia mai incontrato una persona magra ma che mangia molto è un problema suo.
Basta informarsi.
Tuttavia, queste dichiarazioni fallaci hanno due conseguenze molto negative.
Vediamo quali.
Negare le differenze soggettive è sempre sbagliato
La prima conseguenza di dire che chi non ingrassa in realtà mente a se stesso dicendo di mangiare di più è che si nega l’aspetto drammatico della magrezza costituzionale, dando la responsabilità alla persona che intrattiene una falsa credenza sul proprio introito calorico.
In parole povere, il personal trainer ha finito per insultare tutti coloro per cui mettere peso è un problema dando loro dei bugiardi o degli ignoranti.
Non tutte le persone sono inoltre “felici” di essere estremamente magre. Alcune di queste avranno problemi ad accettare la loro costituzione. Prenderle in giro è sbagliato.
La seconda conseguenza vale anche nel caso opposto.
Se le persone costituzionalmente magre mentono su quanto mangiano, la conseguenza è dire che l’obesità è un problema dietetico punto e basta, quando in realtà abbiamo già visto che esistono marcatori genetici associati all’incremento di peso.
E sappiamo già, studi alla mano, che non è detto che l’obesità derivi da una alimentazione eccessiva in calorie, ma magari qualitativamente negativa. O che non derivi proprio dall’alimentazione, quanto da una tendenza all’accumulo sia per un numero maggiore di adipociti che per fattori genetici.
Dire che tutti mentono a loro stessi anche in questo caso significa ridicolizzare chi ha problemi di peso, in qualsiasi senso lo si voglia intendere. E aumentare il problema dello stigma del peso in chi ha un peso fuori standard.
Questo non solo non aiuta, ma crea grossi disagi psicologici che potrebbero essere limitati se i personal trainer con ridotte conoscenze del metabolismo umano smettessero di condividere le loro pillole di saggezza sui social.